Gennaio 2026 sarà tempo di accertamenti fiscali ed ecco quali sono i profili che potrebbero maggiormente essere sottoposti a controllo.
La chiusura di un anno e l’avvio di quello nuovo rappresentano sempre una fase delicata, fatta di bilanci, aspettative e cambiamenti che incidono concretamente sulla vita quotidiana. Non si tratta soltanto di buoni propositi o scelte personali, ma anche di novità che riguardano la macchina amministrativa e le regole con cui cittadini e Stato si confrontano ogni giorno.
Sul fronte fiscale, il 2026 si annuncia come un passaggio particolarmente significativo, con modifiche destinate a ridisegnare obblighi, controlli e tutele. Alcune categorie di contribuenti, più di altre, potrebbero trovarsi in una posizione di maggiore esposizione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, chiamate a muoversi in un quadro normativo più articolato e attento.
Comprendere per tempo cosa sta cambiando diventa quindi essenziale per evitare errori, ritardi o situazioni spiacevoli. In un contesto in cui il fisco assume un ruolo sempre più centrale nella gestione delle risorse pubbliche, informarsi con chiarezza e consapevolezza è il primo passo per affrontare il nuovo anno con maggiore serenità.
Fisco 2026: ecco cosa cambia davvero e quali categorie di contribuenti sono più a rischio
Con il provvedimento emanato a fine ottobre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha definito in modo puntuale le nuove regole per il 2026. Si tratta di norme che disciplinano il collegamento tra i Pos e i registratori telematici, dando attuazione alle disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2025.

fisco bussa alla porta: la lista dei profili a rischio-saremar.it
L’obiettivo è rafforzare la tracciabilità dei pagamenti e aumentare il livello di sicurezza delle transazioni commerciali, intervenendo su un passaggio chiave del rapporto tra esercenti e Fisco.
L’adeguamento, almeno sul piano tecnico, non richiede la sostituzione degli apparecchi già in uso: la procedura si svolge interamente online, attraverso l’area riservata “Fatture e Corrispettivi”, dove l’esercente è chiamato ad associare la matricola del registratore di cassa agli strumenti di pagamento elettronico utilizzati. Un’operazione resa più agevole dal fatto che l’amministrazione finanziaria mette già a disposizione l’elenco dei Pos intestati al contribuente.
La piattaforma sarà operativa da marzo 2026 e, per gli strumenti utilizzati a partire dal primo gennaio dello stesso anno, è previsto un periodo di 45 giorni per mettersi in regola. Il mancato adeguamento comporta sanzioni che possono diventare rilevanti, soprattutto in caso di ripetute omissioni.
Restano però alcune criticità per quelle attività che non sono obbligate all’uso del registratore telematico, come tabaccai o rivendite di giornali, dove a pagamenti elettronici legittimi non corrisponde l’emissione dello scontrino fiscale. In queste situazioni può emergere una discrepanza nei dati trasmessi, che il Fisco intercetta e segnala attraverso lettere di compliance.
Si tratta di comunicazioni preventive, con cui l’Agenzia invita il contribuente a chiarire la propria posizione e a fornire la documentazione necessaria tramite i canali dedicati, prima di procedere con controlli più incisivi. Un passaggio che conferma l’attenzione crescente verso il dialogo preventivo, ma che richiede agli esercenti maggiore consapevolezza e tempestività.
fisco bussa alla porta: la lista dei profili a rischio-saremar.it 






