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L’influenza aviaria continua a rappresentare una seria minaccia per la salute pubblica in Europa, con un aumento senza precedenti di epidemie tra gli uccelli selvatici e domestici. L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha recentemente aggiornato il proprio allarme, sottolineando come la situazione attuale implichi un rischio crescente di trasmissione all’uomo, richiedendo un monitoraggio intensificato e misure di prevenzione più rigorose.
L’ECDC ha segnalato che durante il 2025 si è osservata una diffusione mai registrata prima dell’influenza aviaria in diverse popolazioni di uccelli, sia selvatici che allevati. Le varianti virali circolanti mostrano una maggiore capacità di infettare specie diverse, complicando il contenimento. Questa espansione è stata favorita da condizioni climatiche che hanno favorito la migrazione e l’interazione tra uccelli selvatici e allevamenti intensivi, creando un terreno fertile per nuove epidemie.
Il virus H5N1, in particolare, è stato responsabile di focolai significativi, con un impatto devastante sugli allevamenti avicoli europei, causando enormi perdite economiche e preoccupazioni per la sicurezza alimentare. Le autorità sanitarie hanno intensificato i controlli e la sorveglianza epidemiologica, imponendo restrizioni sui movimenti delle carni e delle uova provenienti da regioni colpite.
Maggiori rischi per la salute umana
Un punto cruciale evidenziato dall’ECDC riguarda l’aumento del rischio di trasmissione del virus all’uomo. Sebbene i casi umani di influenza aviaria rimangano limitati rispetto all’estensione della malattia negli uccelli, si registra una maggiore frequenza di infezioni sporadiche soprattutto tra operatori del settore zootecnico e persone in stretto contatto con animali infetti. Questi casi, sebbene rari, destano preoccupazione per la possibilità di mutazioni che potrebbero facilitare la trasmissione interumana, scenario che metterebbe a rischio la salute pubblica a livello continentale.
L’ECDC raccomanda quindi misure preventive rafforzate, tra cui l’uso di dispositivi di protezione individuale per gli addetti, il tempestivo isolamento degli animali infetti e una campagna informativa rivolta sia agli allevatori che al pubblico generale. Inoltre, si sottolinea l’importanza di potenziare la capacità di risposta dei sistemi sanitari, inclusa la disponibilità di antivirali efficaci e vaccini aggiornati.
La gestione della crisi dell’influenza aviaria in Europa si basa su un coordinamento stretto tra istituzioni sanitarie nazionali e l’ECDC, che monitora costantemente l’evoluzione epidemiologica e aggiorna le linee guida operative. La sorveglianza attiva e passiva degli uccelli selvatici, insieme ai controlli negli allevamenti, rappresentano il primo passo per prevenire nuovi focolai e limitare la diffusione del virus.
Parallelamente, sono in corso studi per comprendere meglio i meccanismi di trasmissione e individuare potenziali varianti a maggiore rischio. La collaborazione internazionale è fondamentale per condividere dati e strategie, garantendo una risposta tempestiva e coordinata.
In questo contesto, l’attenzione resta alta, con l’obiettivo di evitare che un fenomeno esclusivamente veterinario possa trasformarsi in una crisi sanitaria più ampia, capace di coinvolgere la popolazione umana su larga scala.